La Sinistra toscana si presenterà divisa alle elezioni.
Se tutte le liste annunciate riusciranno a raccogliere le firme, sulla scheda elettorale troveremo almeno quattro simboli a testimoniare l’arcipelago in cui si è frantumata la Sinistra, quella cosiddetta di governo e quella che si considera antagonista al sistema politico dato.
Sono stati facili profeti coloro che, stanchi di firmare appelli, avevano declinato il nostro invito a sottoscrivere ‘Unire le forze’, certi che sarebbe stato ignorato da partiti che non volevano sentire.
Non che noi nutrissimo grandi aspettative, semplicemente non volevamo essere spettatori mentre la Sinistra procedeva spedita verso la propria rovina.
Del nostro appello non ha avuto alcun riscontro la richiesta di rinnovamento profondo delle forme e dell’elaborazione programmatica (che si è ridotta ad un’affannosa rincorsa di testi del PD senza alcuna capacità di imporre per tempo contenuti avanzati).
Ora ascoltiamo la delusione e lo sconcerto di quella ‘Sinistra diffusa, popolare, di base’ che alle troppe sconfitte deve aggiungere l’ennesima divisione dei partiti, a segnare lo scarto abissale con il proprio sentire comune. Avvertiamo la sua rabbia che è profonda quanto la sua consapevolezza dei rischi che sta correndo la nostra democrazia.
Sull’orlo di un precipizio la Sinistra organizzata, anziché svoltare, ha fatto un passo nel vuoto, incosciente e indifferente ad ogni richiamo alla ragione.
Ci sfugge il senso politico della scelta di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha rifiutato la lista unitaria e ha deciso una corsa in solitaria; ci lascia senza parole la sua incomprensibile logica di autosufficienza nonostante il sondaggio più favorevole non la indichi oltre il 2,5%.
Come si fa a dividersi stando nella stessa coalizione?
Come spiegheremo ai nostri elettori questa frattura della Sinistra in due liste distinte, separate e concorrenti?
Non varrà dire che SEL e la Federazione della Sinistra esprimono due culture differenti perché ciascuna di queste forze, al proprio interno, include già una pluralità di posizioni profondamente divergenti e spesso anche violentemente confliggenti tra loro.
Unire le forze per garantire una rappresentanza della Sinistra, in un Consiglio regionale dove il PD potrebbe avere 33 consiglieri su 55, era semplicemente un atto dovuto di responsabilità politica perché un programma non si realizza per il solo fatto di averlo sottoscritto ma pretende il presidio costante dei nostri Consiglieri che facciano valere le priorità della Sinistra nella dialettica con la maggioranza.
Cancellati totalmente da tutte le istituzioni, senza risorse, senza accesso ai media, la Sinistra potrebbe essere politicamente più efficace ed incisiva?
Quali firmatari dell’appello ‘Unire le forze’ esprimiamo la nostra assoluta contrarietà a questa scelta politicamente suicida, compiuta soprattutto da SEL che ha tradito la sua ragion d’essere, l’unità della Sinistra; ma sarebbe ingeneroso e non corrispondente al vero attribuire a SEL tutte le responsabilità del degrado dei rapporti a Sinistra perché sono tanti e ovunque quelli che hanno seminato vento in questi anni.
Purtroppo non saranno sconfitti solo i partiti responsabili del disastro, epilogo che accetteremmo pacatamente; sarà la Sinistra tutta a perderci.
Non pretendiamo, con questo comunicato, di rappresentare tutti i sottoscrittori dell’appello ‘Unire le forze’; ognuno deciderà in piena libertà e coscienza cosa fare il 28 marzo.
Quello che chiediamo è continuare a unire le forze e la nostra voce, per non farci disperdere da questa ennesima divisione che ci è imposta.
Scriviamo la nostra posizione a unireleforze@gmail.com
Pubblicheremo ogni contributo sul blog http://unireleforze.blogspot.com/ e lo inoltreremo ai partiti di questa Sinistra organizzata all’estinzione.
La coordinatrice di ‘Unire le forze’
Leana Quilici
Se tutte le liste annunciate riusciranno a raccogliere le firme, sulla scheda elettorale troveremo almeno quattro simboli a testimoniare l’arcipelago in cui si è frantumata la Sinistra, quella cosiddetta di governo e quella che si considera antagonista al sistema politico dato.
Sono stati facili profeti coloro che, stanchi di firmare appelli, avevano declinato il nostro invito a sottoscrivere ‘Unire le forze’, certi che sarebbe stato ignorato da partiti che non volevano sentire.
Non che noi nutrissimo grandi aspettative, semplicemente non volevamo essere spettatori mentre la Sinistra procedeva spedita verso la propria rovina.
Del nostro appello non ha avuto alcun riscontro la richiesta di rinnovamento profondo delle forme e dell’elaborazione programmatica (che si è ridotta ad un’affannosa rincorsa di testi del PD senza alcuna capacità di imporre per tempo contenuti avanzati).
Ora ascoltiamo la delusione e lo sconcerto di quella ‘Sinistra diffusa, popolare, di base’ che alle troppe sconfitte deve aggiungere l’ennesima divisione dei partiti, a segnare lo scarto abissale con il proprio sentire comune. Avvertiamo la sua rabbia che è profonda quanto la sua consapevolezza dei rischi che sta correndo la nostra democrazia.
Sull’orlo di un precipizio la Sinistra organizzata, anziché svoltare, ha fatto un passo nel vuoto, incosciente e indifferente ad ogni richiamo alla ragione.
Ci sfugge il senso politico della scelta di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha rifiutato la lista unitaria e ha deciso una corsa in solitaria; ci lascia senza parole la sua incomprensibile logica di autosufficienza nonostante il sondaggio più favorevole non la indichi oltre il 2,5%.
Come si fa a dividersi stando nella stessa coalizione?
Come spiegheremo ai nostri elettori questa frattura della Sinistra in due liste distinte, separate e concorrenti?
Non varrà dire che SEL e la Federazione della Sinistra esprimono due culture differenti perché ciascuna di queste forze, al proprio interno, include già una pluralità di posizioni profondamente divergenti e spesso anche violentemente confliggenti tra loro.
Unire le forze per garantire una rappresentanza della Sinistra, in un Consiglio regionale dove il PD potrebbe avere 33 consiglieri su 55, era semplicemente un atto dovuto di responsabilità politica perché un programma non si realizza per il solo fatto di averlo sottoscritto ma pretende il presidio costante dei nostri Consiglieri che facciano valere le priorità della Sinistra nella dialettica con la maggioranza.
Cancellati totalmente da tutte le istituzioni, senza risorse, senza accesso ai media, la Sinistra potrebbe essere politicamente più efficace ed incisiva?
Quali firmatari dell’appello ‘Unire le forze’ esprimiamo la nostra assoluta contrarietà a questa scelta politicamente suicida, compiuta soprattutto da SEL che ha tradito la sua ragion d’essere, l’unità della Sinistra; ma sarebbe ingeneroso e non corrispondente al vero attribuire a SEL tutte le responsabilità del degrado dei rapporti a Sinistra perché sono tanti e ovunque quelli che hanno seminato vento in questi anni.
Purtroppo non saranno sconfitti solo i partiti responsabili del disastro, epilogo che accetteremmo pacatamente; sarà la Sinistra tutta a perderci.
Non pretendiamo, con questo comunicato, di rappresentare tutti i sottoscrittori dell’appello ‘Unire le forze’; ognuno deciderà in piena libertà e coscienza cosa fare il 28 marzo.
Quello che chiediamo è continuare a unire le forze e la nostra voce, per non farci disperdere da questa ennesima divisione che ci è imposta.
Scriviamo la nostra posizione a unireleforze@gmail.com
Pubblicheremo ogni contributo sul blog http://unireleforze.blogspot.com/ e lo inoltreremo ai partiti di questa Sinistra organizzata all’estinzione.
La coordinatrice di ‘Unire le forze’
Leana Quilici
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COMMENTI
Antonia Sani
Cari compagni e compagne, condivido tutto di questo documento. Anche nel Lazio analoga situazione. Crescono in rete le testimonianze di chi propugna l'astensione. La tentazione è forte, ma noi dobbiamo fare di tutto per batterla. L'ASTENSIONE NON PAGA.
Siamo di fronte a una scelta delle forze di sinistra "politicamente suicida", per di più priva di senso a livello regionale. I programmi e gli interventi dei nostri compagni e compagne di FED e SEL nella politica regionale potrebbero essere sovrapponibili se non ci si affannasse a cercare artatamente dei distinguo... E alla Regione un punto di riferimento rappresentato da una Sinistra istituzionale che rischia di scomparire sarebbe indispensabile per le nostre iniziative.
Voteremo per una delle due, con amarezza , scarsa convinzione sull'opportunità delle loro scelte, e con la prospettiva che i nostri voti non siano sufficienti a far superare una soglia che invece avrebbe potuto essere a portata di mano.
Cari compagni e compagne, vedo in rete tante prese di posizione a favore di una sinistra diffusa sul territorio etc. etc. che ignora intenzionalmente partiti e forze politiche della sinistra "tradizionale". Partiti da cui marchiamo un distacco preoccupante.
Ma il nostro lavoro quotidiano nei vari settori delle nostre attività per una sinistra unita non deve significare -lo abbiamo sempre detto- una "terza" sinistra, ma un'azione tendente a coinvolgere i partiti della cosiddetta sinistra radicale, che così come sono possono non andarci bene, ma che devono tornare a essere con noi per fondare insieme le nuove forme della rappresentanza.
Non credo che questo processo debba passare per una cancellazione totale degli attuali partiti di sinistra dal panorama delle nostre istituzioni...
Roberto Nieri
Ecco il mio commento:
Ed ora chi glielo va a spiegare alle migliaia di lavoratori in cassa integrazione, ai giovani precari e/o disoccupati?
Lavoriamo per unire dal basso...
Nicoletta Gini
siamo stanchi, molto stanchi di sentire che coloro che si considerano di sinistra non ascoltano la "base", della cui voce si sentono tanto portatori. Siamo stanchi, troppo stanchi di sentire che la sinistra non sa capire quando si tratta di una situazione di emergenza democratica. Siamo stanchi, stanchissimi di vedere come la sinistra non sappia costruirsi intorno ad un programma che affronti tutti gli aspetti del reale, connettendo ogni problema, ecologico, sociale, economico, politico, trovando soluzioni che possano essere veramente ricompositive. Siamo stanchi di vedere come la sinistra non sappia reagire, creare spazi di condivisione, continuando a dividersi, "imponendo questa divisione" a tutti coloro che avrebbero bisogno di sentirsi rappresentati perché veramente spaventati dal presente. In questo contesto, violento, maschilista, razzista e fascisteggiante, che va sempre più delineandosi e rafforzandosi, la sinistra dovrebbe smettere di richiamarsi con orgoglio alla Resistenza, ormai mitizzata, e cominciare a resistere davvero. Dovrebbe capire che resistere, oggi, significa fare fronte comune difendendo veramente le fasce sociali più deboli: i giovani, che non avranno mai una pensione; i migranti che non sono tutelati nella loro ricerca di accoglienza e di diritti; le donne che sono e diventeranno sempre più vittime di un fascismo maschilista che le rinchiude nel privato, facendogli dimenticare che anche il loro privato, può essere politico; i lavoratori di oggi che cadono nella disperazione, perdendo il lavoro.
E' il momento di smetterla di competere l'uno contro l'altro gareggiando per dimostrare di essere più radicali degli altri. Coloro che hanno preso una decisione che ritengono democratica, per quanto sia invece ritenuta assurda da chi l'ha dovuta forzatamente accettare (e questo non ci sembra tanto democratico, dal momento che la sinistra si propone di farsi portavoce di chi non ha voce), di non fare un "cartello delle sinistre", sebbene non fosse questo ciò a cui l'appello si riferiva, devono anche prendersi la responsabilità dell'esito delle regionali e della poca democraticità che hanno dimostrato. Dovremmo fare una revisione del nostro metodo, di tutte le sinistre, affinché si inizi dalle nostre relazioni ad essere veramente comunicativi ed inclusivi, per saper rappresentare in maniera veramente democratica.
Omar Tenente
Deluso? Sconcertato? Inutile ribadire che chi non ha occhi per non vedere dovrebbe, per lo meno, arricchire la propria sopravvivenza con quello che gli animali usano per la loro. Quell'innata e affidabile qualità che li contraddistingue: l'istinto. Quella sottile insinuazione a qualcosa di così "bestiale" che risultano essere le mie parole potrà offendere qualcuno, ma non sarà nulla se confrontato a quella che reputo la più grande offesa che un libero cittadino dotato di normale intelletto ha inghiottito alla notizia di queste scelte. E' il punto di non ritorno, è l'orbita più larga ed inutile nella quale potevano gravare..........solo che noi, il vero popolo della sinistra, noi lavoratori, noi famiglie, noi padri e genitori non volevamo mica andare sulla luna!...........
Elisa Migliaccio
Unire la Sinistra si può se abbiamo l'umiltà di capire che nessuno è depositario dell'unica verità", che nessun partito è "la vera sinistra" , che si può costruire una realtà utile se riconosciamo che tutte le nostre storie di uomini e donne di sinistra hanno pari dignità.
Occorre saper ascoltare anche le ragioni degli altri, non pretendere di essere noi dalla parte della ragione e gli altri da quella del torto.
Questa umiltà ci è mancata in occasioni delle elezioni regionali ed abbiamo perso un'altra occasione perché come ha detto Don Tonino Bello (citato da Vendola ultimamente) "gli uomini sono angeli con un'ala sola. Hanno bisogno di stare abbracciati per poter volare."
Alessandro Martini
Basito ed indignato di fronte alle scelte inqualificabili dei partiti di sinistra, sottoscrivo il comunicato.
..."proletari di tutti i paesi, unitevi!"... Verrebbe da ridere, non fosse da piangere...
Francesco C. Calabresi
Quando ho ricevuto l'appello mi sono sentito diviso tra il richiamo forte alla solidarietà tra compagni e una convinzione personale , maturata in questi anni e dopo la sconfitta , che la rinascita di una forza di sinistra non può avvenire se prima non sono morti , di morte naturale ben'inteso , gli attuali residui acritici del comunismo e del '68 . In altre parole penso che , almeno a livello di cultura corrente , non abbiamo fatto abbastanza i conti con ciò che ha significato per ognuno di noi la speranza , la credenza nel e il fallimento del comunismo e del '68 .Tempi lunghi perciò e riflessione anche a livelli storici e teorici, e un'attenzione nuova anche alle condizioni psico-antropologiche e ai difetti di pensiero che hanno accompagnato e co-determinato queste drammatiche vicende e che ancora ci ostacolano.
Annamaria Medri
per l'ennesima volta chiedo di intraprendere un percorso di unità possibile.
Gianpiero Bonvicino
Lo stesso assurdo e controproducente comportamento SEL lo ha tenuto in Lombardia, appoggiando il candidato del PD (una sorta di De Luca lombardo).
La cosa che non capisco è: come può SEL non tenere conto del successo ottenuto alle primarie in Puglia e continuare a rifiutare il dialogo con la Federazione della Sinistra. Sappiamo tutti i violenti conflitti passati, ma non sarebbe il momento di dare alla base quello che ormai chiede da tempo e cioè una sola e coesa forza di sinistra degna di questo nome?
Probabilmente per qualcuno non è ancora tempo, intanto il paese è sull'orlo del baratro, gli operai sui tetti, i migranti gettati in mare, le mazzette impazzano, la Calabria sprofonda. Ma tranquilli Minzolini dice che va tutto bene.
John Gilbert, Università di Firenze
sottoscrivo l’appello
Giovan Sergio Benedetti
unire le forze è obbligatorio se vogliamo di nuovo un barlume di speranza.
Domina una politica esclusivamente autoreferenziale, tutta proiettata sulle esigenze del ceto politico, anche nel PD.
Mentre nella realtà assistiamo impotenti alla demolizione dello stato democratico.
Non é cosa di destra, oggi chiedere legalità, almeno finché regge questa Costituzione come per tanto tempo si è pensato a sinistra, perché già siamo oltre l’illegalità, si sta rifondando un nuovo stato sull’arbitrio e questa è sempre una condizione di disagio e sconfitta per i più deboli.
Personalmente credo che la sinistra dovrebbe anche guardare a Di Pietro con meno puzza sotto il naso, anche se capisco tanti dubbi in proposito, e, comunque, tutta l’area di opinione vicina a Grillo, Travaglio ed Il Fatto deve essere nostra alleata, ma in prima fila metterei i viola, che non sono i tifosi della Fiorentina.
Cerchiamo di non far parte di quella classe politica che si sta scavando la fossa soprattutto nell’opinione delle fasce sociali che tradizionalmente fanno riferimento alla sinistra, e può finir preda, in parte lo è già, del populismo dominante a destra. Buon lavoro a tutti.
Luciano Martocchia
Tafazzi è tornato ! Tafazzi, la simpatica macchietta satirica televisiva che si auto flagellava i cosiddetti strillando come un ossesso, uno dei massimi simboli comici del masochismo, rappresenta alla perfezione l'atteggiamento più diffuso e tipico della sinistra italiana.
Il tafazzismo della Sinistra è ritornato prepotentemente in auge.
Le elezioni amministrative primarie pugliesi per scegliere il candidato del centrosinistra alla regionali tra il giovane economista Francesco Boccia e il governatore uscente Nichi Vendola sono state vinte nettamente da Vendola, con il 73% delle preferenze e questo ha dimostrato come in situazioni contingenti esiste la capacità di unificarsi e di saper portare avanti un comune progetto politico.
Ma non altrettanto possiamo dire al contrario, quando in altre regioni cambia lo scenario e la rappresentatività sembra convergere verso altre componenti della sinistra, come sta accadendo in Toscana dove Sinistra Ecologia e Libertà rifiuta di andare alla formazione di liste unitarie, decretando e facendo prevedere sin da ora la sconfitta elettorale che, come ben sappiamo dal 2008 ci perseguita.
Il simbolo di Sinistra e Libertà ora Sinistra Ecologia e Libertà, ossia i fuoriusciti di Rifondazione che fan capo a Nichi Vendola (dalla serie originaria e primordiale, "se vinco il congresso OK, se perdo spacco il partito") rappresenta un ennesimo tentativo di mescolare le carte e preparare ulteriori scissioni, visto che hanno inutilmente sottratto alla Sinistra un buon trepercento …..sprecandolo, in media con la tendenza nazionale cancellando per due volte dalla scena la sinistra nella sua sede naturale parlamentare, prima nazionale e poi europea.
Infatti Rifondazione Comunista con il PdCI e Sinistra e Libertà insieme hanno fatto il 6,5 percento (superiore all’UDC di Casini), e potevano dimostrare uniti, di aver voltato pagina rispetto al passato 2008, invece non è accaduto e lo scenario sembra ripetersi.
Il grande Eduardo recitava, "A da finì ‘a nuttata" , invece la nottata continua e continuerà a lungo.
A sentire qualcuno dei vendoliani, il loro 3, 1 percento è solo l’inizio per un percorso comune…..che miopia , si sono suicidati, hanno fatto un danno irreparabile a tutti e non l’hanno capito.. altro che martellate tafazziane sui santissimi. Tra un po’ non li sentiremo più, confluiranno nel PD, se faranno ancora in tempo prima del suo scioglimento e nuova scissione, come dimostrano gli abbandoni di Rutelli prima e Binetti dopo.
Se Vendola sarà riconfermato governatore in Puglia non sarà perché il suo progetto politico è vincente, ma solo perché si dimostrerà che nelle realtà locali solo unitariamente, insieme a tutte le componenti della Sinistra, si potrà costruire un sistema alternativo al berlusconismo eversivo ormai dilagante..
L’Abruzzo con l’arresto del Governatore Del Turco per lo scandalo e corruzione sulla sanità, Pescara con l’arresto del Sindaco Luciano D’Alfonso per corruzione e lo scandalo degli appalti, hanno dimostrato come il PD abbia applicato la retorica berlingueriana dandone versioni furbette e spocchiose circa la questione morale con la convinzione di quegli ex comunisti, nel loro zelo fideistico, di essere i migliori, l'avanguardia depositaria delle risposte giuste per la società. E con questa premessa gli eredi hanno fatto man bassa delle casse dello Stato.
Ed è questa situazione perdente subalterna al progetto eversivo della destra berlusconiana che spinge il PD a cercar di risalire la china attingendo voti al serbatoio della Sinistra, fomentando scissioni e cercando di attirare alla loro orbita esponenti storicamente avulsi al loro sistema di potere.
Elisa Bacchi
Rifiutarsi di unire le forze oggi è rinunciare definitivamente ad una presenza istituzionale della sinistra ad ogni livello,è rinunciare a costruire un'alternativa culturale che passa prima di tutto dalle forme del fare politica.L'attuale frammentazione significa un deciso disconoscimento da parte della sinistra organizzata dei bisogni e delle richieste provenienti dalla base a cui essa si rivolge,significa una sostanziale non-volontà di aprirsi al dialogo e al confronto,significa un'assoluta rinuncia all'onestà intellettuale che,se ci fosse,ci costringerebbe ad amettere che già esistono una progettualità politica e degli obiettivi comuni sui quali lavorare insieme. Dobbiamo esser capaci di riconoscere i nostri errori e di reinventare i nostri rapporti e i nostri ruoli se non vogliamo perdere definitivamente quel pcoco di credibilità che ancora ci resta.
Diego Símini
non ho seguito il dibattito di queste ultime settimane, per impegni pressanti.
Trovo deludente, miope e controproducente che non si riesca a superare rivalità, ruggini per arrivare a una unione la cui necessità salta agli occhi di tutti. Ci si divide quando si è molto numerosi, quando ci si può permettere il lusso di dissentire da una linea maggioritaria, ma non in un contesto di forte crisi, di bassa rappresentanza sociale.
Cristina Boncompagni (Coordinamento Regionale di SEL)
Cari compagni, care compagne
La ricostruzione da voi fatta della presentazione delle Liste di Sinistra alle Elezioni Regionali è viziata da un'ottica evidentemente di parte, altrimenti non vi preoccupereste tanto di attribuire responsabilità e colpe a Sinistra Ecologia e Libertà. Tutte, tutti noi di SEL Toscana siamo convinti della necessità di ricostruire la Sinistra e di unire tutte le forze, ma purtroppo alla proposta da noi avanzata a tutti i soggetti della Sinistra di presentare una Lista Unitaria nella nostra assemblea regionale del 30 gennaio sono seguite riunioni dilatorie dalle quali è emersa solo la disponibilità da parte della Federazione della Sinistra a fare un cartello elettorale, una sommatoria di sigle. Il percorso verso l'unità è una cosa seria che deve concretizzarsi in relazioni e pratiche condivise, in un lavoro comune. Tutto questo per il momento non c'è stato e non per responsabilità nostra.
Anzi mentre si parlava di possibili liste comuni c'era chi come il Segretario PDCI Frosini lanciava anatemi e chi fino a venerdì scorso non era disponibile a stare nella coalizione di Centro Sinistra. Non è però giusto svalutare l'avvio di un percorso comune ed il lavoro sui punti programmatici sui quali c'è accordo (difesa dell'ambiente, dei Beni Comuni come l'acqua, politiche per il lavoro, per i giovani, per la Scuola Pubblica, per l'immigrazione).
Il dialogo e l'impegno nei processi reali di unificazione continueranno a patto che nessuno pretenda di avere la verità in tasca e di prevaricare gli altri.
A questo punto diamoci da fare per la raccolta delle firme, per spiegare all'elettorato idee, valori e programmi di SEL, per liberarci delle Destre, per segnare a sinistra il Governo della Toscana, per rinnovare e riunificare la Sinistra. Un saluto
Rossella Lena
la sinistra "di governo" credo che non possa rappresentarmi, fintanto che non riuscirà ad affrancarsi dai compromessi e dai legami di ogni tipo in cambio di voti. Andare però divisi agli appuntamenti elettorali significa consegnare tutto alla destra che, ogni qualvolta guadagna un feudo, si ritempra e sbandiera il suo valore espresso anche all'ombra del ricatto. E' sotto gli occhi di tutti dove sia scivolato il nostro paese e francamente una divisione ora, per rivendicare la nostra limpidezza non mi pare opportuna. Pensiamoci bene, ma molto bene, a demonizzare questo o quel leader perché è poco diplomatico o troppo moscio, piuttosto che come lo vorremmo!!! La destra questo l'ha capito bene e le divisioni interne le risolvono anche con l'amaro in bocca, ma non scoprono mai i fianchi altrimenti addio potere!!! a presto
Moreno Biagioni
Sono d'accordo con il comunicato di “Unire le forze”.
Gli errori ed i limiti, penso ormai irreparabili, di dirigenze politiche drammaticamente ripiegate su se stesse sono ormai sotto gli occhi di tutte/i.
L'urgenza di ricostruire la sinistra su basi diverse si fa sempre più evidente, anche se non penso che chi ha sottoscritto l'appello “Unire le forze” lo ritenesse una tappa di tale ricostruzione.
L'unione delle esigue forze residue costituiva, molto più modestamente un'operazione di buon senso - di riduzione del danno - che avrebbe permesso di avere ancora una presenza, seppure piccola, all'interno dell'istituzione Regione (e ciò sarebbe stato di vantaggio per i processi di più lungo termine avviati nella società).
Il giudizio, quindi, sulla mancata lista unitaria – che molto probabilmente cancellerà la sinistra radicale o alternativa dal Consiglio regionale – non può essere, a mio parere, che totalmente, e duramente, negativo.
Sull'accordo con Rossi e con il PD sia della Federazione della Sinistra che di Sinistra, ecologia e libertà gravano molte ombre.
Anche se è vero che nel corso della trattativa sono stati ottenuti alcuni cambiamenti positivi della bozza iniziale proposta da Rossi, rimangono dei macigni riguardanti punti fondamentali di un progetto serio, all'altezza dell'emergenza democratica che stiamo vivendo (mi riferisco in particolare all'acqua bene comune ed alla politica dei rifiuti, alla devastazione ambientale, all'immigrazione ed ai CIE).
La pratica emendatoria ha una sua logica, ma non è certo con tale pratica che si ridà credibilità alla sinistra, specialmente quando poi prevalgono ragioni di bottega, o personalistiche, difficilmente comprensibili all'elettorato.
In qualche modo, si è ceduto dei pezzi d'anima senza averne in cambio nulla.
Dobbiamo ricominciare, ma, per quello che riguarda gli aspetti istituzionali, non sarà da tre, bensì da dieci sotto zero.
2 commenti:
Potrei ripetere quello che scrivevo a comento della precedente, invece faccio riferimento alle parole di Coltorti: "E ci meravigliamo che Berlusconi vince!! Vince perché tutti sono occupati a farsi i cavoli propri"...Pare che non sia diverso nei partiti di Sinistra, perché anche coltivare la propria ideologia senza fare i conti con la realtà è questo!
Buona strada
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